Ho un difetto : pecco di eccessiva curiosità.
Osservo le persone, le guardo insistentemente, le fisso per poi immaginarmi pezzi delle loro vite, chi sono, cosa fanno, cerco di carpire parole dei loro discorsi per aggiungere un tassello in più ai miei racconti.
A questa categoria ci aggiungo il gusto piacevole di guardare dentro le case della gente attraverso le finestre aperte, di cogliere per una frazione di attimo qualche scena familiare o anche solo un dettaglio dell'arredamento. Se sono in macchina o in autobus e mi capita di sfilare distrattamente davanti a qualche palazzo con balconi a portata di sguardo, butto un occhio all'interno. Chi cattura di più la mia attenzione sono coloro che non mettono le tende alle finestre, che decidono di non porre ostacoli tra loro e il mondo all'esterno; è come se ti dicessero "Prego, entra pure, tanto noi non abbiamo nulla da nascondere". Io non ci riuscirei con questa disinvoltura, adoro spalancare le tende per far entrare la luce di una bella giornata di sole nella camera, ma non sopporterei l'idea di non potermi ritrarre neanche per un momento agli sguardi indiscreti del dirimpettaio o del passante sotto casa. Funziona così, lo faccio ma non voglio che sia fatto a me... siamo un po' tutti voyeuristi, amanti del buco della serratura da cui spiare le altrui situazioni, non a caso il genere che va per la maggiore è il reality show e se il Grande Fratello ha raggiunto la sua sesta edizione è perché c'è gente che ancora lo guarda. Sono stata attenta all'inizio del fenomeno, sperimentatore, innovatore, ma poi ho perso interesse e sono tornata al mio piccolo vizio, guardare chi non sa di essere osservato... piccoli frammenti di esistenze entrano a far parte della mia giusto il tempo di un respiro e poi di nuovo via, verso nuove aperture, verso nuove storie...