Il reality show doveva essere il nuovo genere televisivo, sperimentale, che avrebbe cambiato le nostre abitudini e il modo di guardare la televisione, è finito per imperversare su qualsiasi canale di qualsiasi nazione mondiale, ma soprattutto ha incitato le menti perverse degli autori a pensare a format sempre più improbabili con prove in alcuni casi ai limiti dell'estremo. Altri hanno pensato di farne dei grandi laboratori psicologici e sociali da studiare e testare: che cosa succede se prendo una famiglia di bianchi e li trucco da neri e viceversa, come è successo in America? Oppure se prendo un barbone e un uomo facoltoso e inverto i loro status sociali? Prove, mescolamenti di interazioni umane, da analizzare, studiare, spiare.
Li ho osservati, per capire, non li ho mai trovati particolarmente divertenti, non mi sono appassionata smodatamente, ma li ho sempre guardati nel mio irrefrenabile zapping; ma uno solo è riuscito nell'intento di farmi alterare, eppure era il più banale: Cambio moglie. Trattasi di un programma in cui per una settimana due coppie si scambiano marito e moglie, accettando di cambiare casa, città, abitudini, sicurezze e devono fare i conti con un ambiente completamente diverso. E' chiaro che lo scambio avviene in modo da esaltare le differenze tra i concorrenti, più uno è preciso e più è probabile che venga mandato in un luogo in cui il disordine regna sovrano, a te piace il mare e io ti mando in montagna, ma finché si giocava su queste piccole disparità il tutto poteva anche essere gradevole. Invece in una puntata ci sono andati un po' più pesanti: hanno preso un'ingenua signora veneta, età sui 50, di quelle che vogliono ancora essere appariscenti, a cui piace andare in discoteca a ballare in mise attillate sottolineando le curve non più tanto giovani e con lunghi capelli ossigenati raccolti a coda di cavallo. La giudico troppo in fretta, perché poi mostra un carattere molto dolce e disponibile, ma il suo livello culturale non è dei più alti in quanto esordisce con " Vi prego non mi mandate in Terronia "... e gli autori furbi che fanno? Ma sì, decidono proprio di spedirla in una famiglia disastrata della provincia di Bari, con 4 figli dai 30 anni in su ancora tutti a casa dei genitori e tutti disoccupati, di cui uno pure sposato che ogni giorno si presenta con la moglie a pranzo per ridurre le sue spese. Tutti gli altri girovagano per le stanze senza far nulla, il lavoro non se lo vanno a cercare di certo, è lui che deve andare da loro; uno ha il coraggio di sostenere che il padre ha il dovere di mantenerlo finché lui non si sistema, lo diceva pure una sentenza della Corte di Cassazione! Non muovono un dito neanche per i lavori domestici, passano le giornate davanti alla tv e campano con la sola pensione del padre. La veneta è a disagio, li guarda con occhi da marziana, cerca di smuovere la coscienza di qualcuno di loro...
Spengo, non reggo più, sono arrabbiata, che idea danno del Sud ad una campagnola veneta? Lei già così piena di pregiudizi, cosa racconterà di questa esperienza allucinante alle sue amiche una volta tornata a casa? E perché devo accettare di buon grado che qualcuno possa farsi un'opinione così scadente delle nostre famiglie, un'opinione tra l'altro volutamente viziata? Se tu ad una persona di livello culturale medio-basso dai da pensare che quello che ho appena descritto sia un esempio tipico della situazione che si ha da queste parti, sei nel torto, non solo perché non corrisponde alla realtà, ma soprattutto perché dai a quella persona, che evidentemente è chiusa nel suo piccolo mondo, la giustificazione per continuare ad essere "razzista" nei nostri confronti senza neanche spiegarle che non è così ovunque. Per non parlare di coloro che stanno guardando il programma. L'arma dell'ignoranza è un'arma subdola che non dovrebbe essere usata con tanta leggerezza, neanche per fare spettacolo.