Oggi sul treno ho assistito ad una scena agghiacciante: un uomo di una certa età stava leggendo un libro dal vago titolo " L'islamismo nella Divina Commedia " quando a un certo punto ha fatto una cosa raccapricciante a cui non mi capitava di assistere sì e no dai tempi delle medie, ha piegato l'angolo della pagina all' interno per appuntarsi quel foglio e ritrovarlo in seguito più facilmente ! La famosa "orecchietta", segno ineluttabile di una barbarie ai danni di un libro; pensavo fosse una pratica estinta, surclassata dai più comodi post-it o se vogliamo da stupidi segnalibro a fantasia, e invece mi sono dovuta ricredere. Devo ammettere che io ho fatto di peggio ai miei testi di narrativa, ne ho sottolineato le frasi più salienti, quelle che mi avevano dato più emozioni e che avrei voluto ricordare, li ho vissuti in un certo senso, nelle ultime pagine bianche scrivevo note e appunti, a volte anche frasi che avevano poco a che vedere col testo, ma poi ho scoperto il piacere della pagina candida e immacolata e ho iniziato a trattarli con rispetto, a non violarli. Per caso il decalogo di Daniel Pennac sui diritti del lettore comprendeva qualcosa di questo genere?