La redazione di Libero deve aver deciso che il traffico del mio blog non era stato sufficiente martedì scorso ( 391 accessi ), per questo ha pensato bene di darmi una mano pubblicando sul suo portale un altro post che per ovvi motivi non ha riscosso lo stesso successo ( la verità è che doveva riempire dei buchi nella pagina degli spettacoli ). In tutto ciò, trovandomi catapultata in una nuova dimensione, messa a nudo pubblicamente in piazza al cospetto di molti, tanti sconosciuti, ho avuto modo di sperimentare in prima persona l'effetto di un sasso lanciato nell'acqua di un lago e delle onde di propagazione.
Qui si fa sociologia spicciola, a molti vorrei dire che non sono mai salita in piedi su alcun piedistallo ergendomi a nuova intellettuale, a molti vorrei spiegare cos'è la filosofia del blog che si sta facendo largo nel web, io sono un'adepta, ma non ho dovuto compilare nessun test d'intelligenza per accedervi, né tantomeno ho dovuto mostrare l'iscrizione al Mensa con punteggio superiore a 120 di QI per rimediare il mio piccolo spazio on-line o mostrare una laurea con votazione non inferiore al 110 cum laude, sono solo una ragazza che fa le sue osservazioni e riflessioni su ciò che le accade intorno, ho le mie opinioni e sono stata educata a rispettare quelle altrui, purché siano espresse in maniera articolata e non violenta. Sono a favore degli scontri solo se costruttivi e non penso che gli altri siano degli idioti e ignoranti solo perché non la pensano come me.
Detto ciò, dicevo che non ho mai partecipato a nessun forum, quindi l'apertura di alcuni miei post ai commenti di un vasto pubblico mi ha dato modo di "studiare" le reazioni della gente a certe affermazioni. Molto banalmente ci si divide in due fazioni:
chi è d'accordo con te
chi non lo è
Ma non basta, per quanto uno possa esprimere un proprio parere in maniera non aggressiva e pacata, troverà con ogni probabilità qualcuno che appartiene alla seconda categoria che risponde in modo gratuitamente violento, come se si sentisse attaccato personalmente, e, per far prevalere la sua posizione, avesse bisogno di offendere ( la provocazione è ancora un mezzo sovrasfruttato per far sentire meglio la propria voce ). A quel punto non è più una questione tra l'autore del post e il commentatore offensivo, ma si scatena automaticamente una guerra tra quest'ultimo e coloro che arrivano dopo e si sentono feriti dalla risposta. Inizia lo spargimento di sangue, dente per dente, offesa per offesa, coloro che decidono di rispondere in maniera civile sono del tutto ignorati ed esclusi, si assiste alla lotta tra il bene e il male, chi dei due è il bene non si sa, chi vincerà men che meno. La battaglia raggiunge il suo acme, uno dei due prima o poi si stancherà di rispondere, piano piano i toni si spengono, l'intervento dei neutrali ha il sopravvento e calmano le acque, arrivano quelli della tua stessa fazione che si dissociano dal tuo modo di esprimerti e ribadiscono le loro ragioni con toni socievoli, sono coloro che vogliono aprirsi al confronto, capire perché la pensi in quel determinato modo. I sobillatori ogni tanto cercano di guadagnare spazio, spunta colui che ha letto in diagonale e non ha capito niente di ciò che hai scritto, ma vuole per forza dire la sua, sbagliando, ma l' importante è esserci stato. Alla fine, io autrice, non ho avuto nessun ruolo, non sono stata il generale, non sono stata il comandante, non sono stata neanche tra le prime fila, sono una semplice pedina che ha dato il "la" ad un conflitto qualsiasi che non ha perdenti e non ha vincitori.
Ciò che mi incupisce è la rabbia che pervade alcuni di noi, immotivata e senza senso, una rabbia cieca che gli obnubila la ragione,c'è da preoccuparsi per tutti costoro.