Dopo aver appreso da VF che oggi è la Giornata internazionale dei blogger e che l'appuntamento per tutti è su queste pagine ( non mi chiedete a che cosa serva, perché ancora non l'ho capito ), sempre sfogliando il settimanale e dando un'occhiata al quotidiano, mi rendo conto che arrivo sempre in ritardo su tutto...
Già, perché se io ho iniziato a mettere in rete le mie riflessioni non più di 3 mesi fa, i miei colleghi che bloggano da tempi immemori sono già lanciati verso nuove prospettive e nuovi mondi; si passa dalla carta stampata per arrivare addirittura al cinema. I casi sono sempre più frequenti :
Pulsatilla, blogger foggiana che in questi giorni è uscita col suo libro " La ballata delle prugne secche " in libreria e che Il Corriere del Mezzogiorno non poteva non recensire.
Personalità Confusa, blogger di provenienza ancora non pervenuta che possiamo sempre trovare sugli scaffali dell'editoria con " Storia completa del tuo futuro ".
Generazione1000,sito costruito da alcuni blogger/giornalisti circa le condizioni di precariato in cui gravano i giovani oggi, uscito come libro ma presto anche nelle sale cinematografiche.
Questi sono solo alcuni degli svariati esempi di contaminazione tra virtuale e reale; e allora diciamocelo, l'obbiettivo qui non è più svagarsi e postare episodi di vita quotidiana o interpretazioni personali di fatti di cronaca e/o vari altri argomenti, qui si punta alle case editoriali per emergere facendo leva sul fenomeno in ascesa della blogosfera che non può non destare l'attenzione dei mass-media; così scrivere on-line per crearsi una rete di affezionati lettori facilita il compito degli editori di capire se il prodotto potrà o meno riscuotere successo. Ma qual è il senso di fare una pubblicazione con brani tratti da un diario che è già visibile in internet e la cui lettura è assolutamente gratuita?
Leggo la recensione:" Come tutti i blogger degni di questo nome e che trasferiscono in rete blocchi consistenti di pensiero, anche Pulsatilla ha ben presente come il personaggio che si racconta al vasto pubblico degli internettiani non è lei. Potrebbe esserlo, lo è quasi, ma non lo è fino in fondo, per ovvie ragioni semiologiche. "; allora il segreto è quello di dare una versione romanzata delle cose? Il proposito di mettersi in gioco attraverso l'anonimato di un nickname qualsiasi e mostrarsi per la parte più vera che ci contraddistingue, quella che nella realtà quotidiana teniamo nascosta per varie ragioni sociali, lascia il posto al desiderio di apparire nel nome della popolarità tradendo in qualche modo quella che era nata come un'iniziativa libera e spontanea, che non aveva bisogno di scendere a compromessi?
Io non mi preoccupo di sembrare politicamente corretta, né tantomeno evito di prendere posizione su fatti "scomodi" scagliando i famosi sassi nell'acqua, non addolcisco, non stempero, non m'interessa farlo perché non sto cercando di vendermi come scrittrice, né come giornalista, né come opinionista. Il blog non è un trampolino di lancio per avere un mestiere, per me rimane una passione che coltiverò finché ne avrò voglia e tempo, ma farò altro nella vita. Però, piuttosto che chiedersi sempre perché scrivere un blog, qualcuno sa spiegarmi perché leggere un blog?