Non ci riesco, non riesco a stare al passo con la cronaca: sembra che tutto ad un tratto l'Italia si sia svegliata e sia insorta, scoperchiando i pentoloni che da anni ribollivano, e abbia gridato "Eureka, ho scoperto l'acqua calda!". Intercettazioni-inchieste-intercettazioni-indagati, è un circolo vizioso che imperversa senza tregua sui giornali, ieri era Calciopoli con tutti i personaggi maneggioni e poco trasparenti di cui la Nazione intera era a conoscenza ( basti ricordare che qualche anno fa al gioco da tavola "Questo gioco del ca...lcio!" prodotto dalla - guarda caso - Giochi Preziosi, Moggi veniva rappresentato nei panni dell'uomo nero ), oggi è la rivelazione del secolo che per fare televisione devi prima sostare su qualche divanetto possibilmente "potente", sai che novità!
A parte queste scoperte sensazionali, mi chiedo che cosa abbia spinto in questo momento i magistrati a fare tutta questa pulizia, il motivo per cui hanno sollevato questi polveroni che si dissolveranno nel giro di pochi mesi con scarsi risultati, salvo poi essere richiamati alla memoria alla prossima tornata di moralismo; c'è forse bisogno di un ricambio di poltrone e di posizionare ai vertici delle aziende nuovi inquietanti personaggi che ci daranno l'illusione della trasparenza e della legalità?
Ma soprattutto, cosa induce le grandi testate giornalistiche a mettersi allo stesso livello dei mensili scandalistici di quart'ordine, pubblicando i testi delle intercettazioni di alcuni personaggi che riportano frasi non inerenti all'inchiesta in corso, con nomi di persone estranee ai fatti? E qualcuno mi sa dire chi sono i responsabili delle fughe di notizie date in pasto ai giornalisti alligatori che da parassiti vivono sulle bassezze e sulle miserie degli uomini in vista? Io non me lo spiego questo nuovo metodo dilagante, non è informazione, non è giornalismo, non è professionalità, forse non è neanche deontologia, è solo voglia di tirar via qualche copia in più. Capisco che il popolo vive di pettegolezzi, non prendiamoci in giro, anche la stimata professionista come la signora della bancarella al mercato, dal parrucchiere sfoglia Novella2000, distrattamente o più attentamente, commenta le frivolezze; una volta ogni tanto ce lo si può concedere, ma rimangono nella sostanza foto più o meno costruite, più o meno architettate a tavolino, niente di assolutamente compromettente quanto lo può essere una frase registrata ed estrapolata da chissà quale contesto, che lede la dignità di chi l'ha pronunciata e del destinatario delle parole e viola qualsiasi legge sulla privacy.
Per di più, questa moda genera un'altra moda: le interviste a tutte le starlette della televisione che tra pianti e lacrime di coccodrillo ( sempre per rimanere in tema animalistico ) confesseranno che sì, a loro sono state fatte proposte indecenti e ovviamente no, non hanno accettato, ma sì, è così che gira questo mondo... e sono le stesse che qualche mese prima alla classica domanda dell'intervistatore di turno rispondevano che assolutamente non erano mai state molestate, mai ricevute avances, sì avevano sentito dire qualcosa, ma erano solo voci di corridoio e a loro non era mai capitato nulla del genere; mentre dall'altra parte si schierano coloro che no, io ho fatto gavetta per arrivare dove sono e non sono mai scesa a compromessi.
Di tutto questo ultimo chiacchierio, l'unico scandalo è che si continui a pagare un canone RAI per dei programmi di scarso livello e i cui soldi vanno ad alimentare le tasche di intrattenitrici pronte a tutto, è come dire che paghiamo noi le puttane ai politici ( perdonatemi la scurrilità ), per il resto nulla di nuovo.
update : in data odierna è finalmente intervenuta l' Autorità Garante Per La Privacy con un provvedimento che prescrive ai titolari del trattamento in ambito giornalistico conformare con effetto immediato i trattamenti di dati personali relativi alla pubblicazione di trascrizioni di intercettazioni telefoniche a tutti i principi affermati dal Codice per la protezione dei dati personali e dall'allegato codice di deontologia per l'attivita' giornalistica. In particolare rileva che: il codice di procedura penale vieta la pubblicazione di atti coperti dal segreto o anche solo del loro contenuto (art. 114, comma 1, c.p.p.); vieta anche la pubblicazione di atti non piu' coperti dal segreto fino alla conclusione delle indagini preliminari o al termine dell'udienza preliminare (art. 114, comma 2, c.p.p.); consente sempre, pero', la pubblicazione del contenuto di atti non coperti dal segreto (art. 114, comma 7, c.p.p.) e considera gli atti d'indagine compiuti dal pubblico ministero e dalla polizia giudiziaria non piu' coperti dal segreto quando l'imputato ne possa avere conoscenza (art. 329 c.p.p.; v. anche art. 268, comma 6, c.p.p. relativo al deposito di atti concluse le operazioni di intercettazione).
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