Dopo aver tribolato tutta la mattina per capire cos'è e come funziona Microsoft Publisher ( senza alcun risultato, è il programma meno chiaro che abbia mai incontrato fino ad ora ) e soprattutto perché il nuovo pacchetto Office non comprende più il mio semplicissimo e stupidissimo FrontPage, inizio a pensare che gestire un blog stia diventando un secondo mestiere solo per tenersi informati su tutti i software utili e stare al passo con le web-directory o i vari siti di monitoraggio sparsi in rete.
A parte questo, mi trovo con una pistola puntata alle tempie per scrivere qualcosa riguardo ad alcune foto ( ma non era un blog in cui non si doveva scendere a compromessi?!? Sì, lo era fino a quando mi sono resa conto che il tambureggiamento martellante nei commenti, nella chat-box, nonché via MSN non era più tollerabile e l'unica via d'uscita era quella di accontentare il richiedente ), per cui eccovi una nuova storia, sicuramente meno triste della precedente.
Circa un anno fa, un giovane Solution Architect del web partì con la sua valigia di cartone ( ah, no, mi dicono dalla regia che era di fattura e qualità decisamente superiore, ne aveva già fatta di strada, passando da Milano per poi arrivare a Roma ) alla volta dell' Oriente e precisamente a Singapore ( solo due giorni fa, grazie al nuovissimo mappamondo gentilmente regalatoci, tutta la famiglia si è finalmente potuta rendere conto della effettiva distanza che intercorre tra questo Paese e l'Italia, forse era meglio non venirne a conoscenza... ), per quello che doveva essere un progetto a termine della durata di 9 mesi, ma che si è nel tempo tramutato in un nuovo contratto a tempo indeterminato. Questo rinvio, voluto e cercato, gli ha dato la possibilità di entrare in contatto ancora più profondamente con una realtà così distante dalla nostra e di innamorasene a tal punto da incontrare una donna dalle fattezze squisitamente orientali e dall'indole docile tipica di chi è cresciuto a riso e buddhismo, che lo ha condotto alla scoperta della città, ma anche della sua terra natia, la Thailandia. Non contento, il giovane futuro manager, ha pensato bene di riscoprire una sua sopita passione - la fotografia - e di isciversi ad un corso serio che gli desse la possibilità di immortalare in alcuni ritratti la quotidianità di questa mega-metropoli asiatica. Così, munitosi di vari obiettivi e con la sua Nikon al collo, ci ha regalato delle immagini in bianco e nero di una città sempre in movimento, dalla skyline che ci ricorda le capitali statunitensi e che vive anche di immigrazione e manodopera che proviene dai paesi confinanti. Il novello Cartier-Bresson fissa su pellicola fotografica i pregi e i difetti dell'ovest asiatico, tipici delle città popolose, crogiuoli di culture multietniche che convivono pacificamente, e mostra una sensibilità singolare nella scelta di inquadrature e soggetti . Un talento ben espresso, col piglio tipico del foto-reporter che merita uno sguardo più approfondito dei suoi set di fotografie.
Ringrazio tutti per la gentile collaborazione, vi prego andate e commentate, ne va della mia pace e del mio benessere. Per eventuali correzioni alla biografia del giovane in questione, sarà lui stesso a provvedere, non ho avuto tempo di documentarmi adeguatamente e confesso che saranno 6 e passa anni che non ho ben capito in cosa consista il suo lavoro!