Dopo essermi profondamente intristita per la prematura dipartita di Bruno l'orso bruno, accoppato in maniera poco civile come un qualsiasi trofeo da caccia da un impietoso cacciatore germanico solo per aver pasteggiato con qualche pollo e pecora nei pressi della Baviera e della Svizzera, torno ai miei racconti di viaggio...
Bisogna sapere che nonostante programmi le mie partenze nel minimo dettaglio, svegliandomi con largo anticipo in modo da fare tutto con rigorosa calma e concentrazione per non dimenticarmi le cose fondamentali tra cui i libri e i miei quaderni trascritti maniacalmente con gli appunti, c'è sempre quell'incognita che mi fa sprofondare nell'ansia più totale: mio padre, il mio chaffeur personale, mai puntuale. Che io parta alle 7 o alle 10:30 del mattino, ho appurato che il risultato non cambia, ci si lancia inevitabilmente in una corsa disperata lottando contro il tempo, schivando e suonando a tutte le macchine che si trovano sul nostro percorso, semafori bruciati, freni che inchiodano e strisciate di gomma lasciate sull'asfalto. Alla fine, esattamente a 10 minuti dalla chiusura dal check-in mi trovo in fila, col cuore in gola, 7 infarti rischiati e neanche il tempo per fermarmi all'edicola per comprare un giornale, per fortuna i quotidiani sono un omaggio della compagnia aerea!
Per non parlare della scheggia di mia mamma, che si alza indistintamente alle 5 o alle 8 per prepararmi qualcosa da mangiare che chiude in poco eleganti borse da frigo che sono costretta, con mia somma vergogna, a portarmi in giro, nonostante il mio vano sforzo ogni volta di viaggiare leggera e con poche borse... però poi è un piacere immenso arrivare a casa, con la desolazione nel frigorifero e i supermercati chiusi, e sapere di poter mettere qualche boccone nello stomaco!
A parte tutto questo, a causa degli appelli d'esame mal programmati dai miei esimi professori, sono anni che non riesco più ad adempiere ai miei doveri di cittadina, puntualmente in previsione di votazioni o referendum, so già che dovrò accantonare la mia scheda elettorale in un cassetto e preparare le valigie in previsione di un esame da sostenere... non ne vado fiera, non mi sento partecipe delle decisioni della mia Nazione, ma a proposito di nazione e Nazionale, si sta giocando la partita! Stesse impressioni di Genova, così come di Bari, unica differenza è che ieri mentre sfilavo in autobus sulla Sopraelevata, alle finestre dei palazzi sventolavano le bandiere ecuadoregne che prevalevano su quelle italiane e ho pensato di aver sbagliato volo... buona partita a tutti!