Ci risiamo, solito problema dell'andata, un buco di 5 ore da trascorrere in qualche modo a Fiumicino, il primo volo è stato disastroso, un vuoto d'aria dietro l'altro, l'aereo che ballava e le hostess che hanno smesso di servire esattamente alla fila prima della mia e io che contavo sugli stuzzichini per mettere qualcosa nello stomaco, cacchio, ora come minimo vorrei un buono-pasto a base di caviale e champagne o un rimborso sul mio biglietto di viaggio! Crampi a parte, la caccia al VIP si è aperta e chiusa nel giro di 10 minuti - i miei piedi non ce la facevano a trascinarmi in giro per i vari terminal - giusto il tempo di chiedermi se un tale vestito con stivaloni tipo cow-boy fosse lo smutandato Antonio Zequila e ho incrociato lo sguardo fulminante di Gabriel Garko, la frazione di un attimo e sono svenuta causa mancanza d'ossigeno al cervello ed eccesso di bava; ho guardato in giro un altro po' per avere la certezza di non aver avuto le traveggole e dopo aver verificato che ci vedo ancora bene ( merito del contrabbando illegale delle mie vecchie lenti a contatto ), la caccia si è tramutata in caccia ad una poltroncina libera, chi se lo aspettava che un giovedì qualsiasi in mezzo ad una qualunque settimana l'intera popolazione italiana decidesse di partire!

Fortunatamente, dopo il caldo-umido patito in casa in questi giorni ( neanche un alito di vento nonostante il tentativo fallimentare di creare una parvenza di corrente ), il mio rientro è previsto direttamente nei miei freschi trulli estivi con buona pace per il mio sonno, solo che dall'altra parte sono terrorizzata all'idea di mettere piede in casa, perché il mostro mi sta aspettando, me lo sento... non sono impazzita, nè tantomeno soffro di incubi che necessitano dell'indagatore
Dylan Dog, è che sono traumatizzata dall'incontro avvenuto la scorsa estate con la bestia che vive nei pertugi della pietra viva della mia stanzetta che mi costrinse ad una ritirata strategica nella stanza di mio fratello situata nella parte nuova che non le fornisce un habitat adeguato, per cui è raro incontrarla. Trattasi di una
scolopendra, animale appartenente al phylum degli
Artropoda, subphylum
Uniramia, gruppo
Miriapoda, Classe
Chilopoda, Famiglia
Scolopendromorfi, Genere
Scutigera che presenta sul suo primo metamero una forcipula dotata di ghiandole velenifere. Nel mio caso dev'essere una mamma di più di 20 cm il cui morso non voglio neanche lontanamente provare, il nostro incontro avvenne al chiaro di luna, una notte in cui mi svegliai particolarmente assetata, lei era davanti alla mia porta immobile, fui colta da paralisi, provai solo l'orrore nel vederla strisciare ritraendosi nello stipite della porta accanto in tutta la sua lunghezza, richiusi la porta, mi barricai in camera e non chiusi occhio, salvo poi traslocare il giorno dopo, come ho detto prima. Qualche anno prima avevo incontrato una sua lontana parente, una specie tropicale, ma era ben sigillata in un barattolo immersa in formalina, dovevo riconoscerla nell'esame di Zoologia ed era abbastanza impressionante, spessa un paio di centimetri e dall' esoscheletro decisamente più coriaceo che risuonava al contatto con la parete di vetro del contenitore.
Io sono cittadina, non vado molto d'accordo con la campagna e i suoi abitanti, serpenti che si calano dai pali del pergolato e si infilano nella gabbia dei miei uccellini, calabroni grandi come elicotteri che sorvolano la mia testa mentre studio all'aperto, vespe che mi volteggiano attorno ogni volta che si pranza fuori, la mia esistenza è costellata di episodi del genere; la natura è stata spietata quando ha dato vita a forme così raccapriccianti di animali... ma a ognuno le sue fobie!