C'è voluto un lungo viaggio, partenza in treno, l'Italia che scorre sotto le rotaie, fino in quel di Bolzano. Alla follia si è prestato il baldo genitore, ancora un po' claudicante per via di uno strappo muscolare al polpaccio, ma pronto a tutto pur di veder tornare il sorriso sul volto della moglie sempre a lutto per la precoce scomparsa del piccolo di casa.
La mia è una famiglia di pazzi, ve l'avevo mai detto?!? Probabilmente no, perché temo sempre di averne potuto ereditare il gene e non si sa mai, certe tare è meglio tenerle nascoste! Comunque, la pazzia si era già consumata durante l'estate, quando un enorme masso era stato depositato sul punto esatto sotto cui era stato seppellito nel cuore della notte il nostro gatto, a mo' di cippo funerario (in realtà la sua funzione era più per evitare che il cane o altri animali scavassero attirati dall'odore). Qualcuno, in preda ad un delirio senza precedenti, sosteneva che fosse necessario far incidere sulla lapide la data di nascita e quella di morte, mentre io mi dissociavo da qualsiasi iniziativa del genere (credo che il dolore possa raggiungere livelli così elevati da condurci a fare cose talmente insensate che in altri momenti non ci sogneremmo mai di fare). Pietre a parte, sapevo che la mancanza sarebbe stata ancora più manifesta una volta rientrati in città, ma mai più avrei pensato che sarebbe iniziata una ricerca spasmodica di un nuovo cucciolo, non così presto, eravamo ancora tutti così sconvolti, ma soprattutto non della stessa razza, si rischiava di cadere in associazioni e stupidi paragoni che non avrebbero giovato a nessuno; ciò che è stato un animale, non lo sarà un altro, nè questo lo potrà sostituire, puoi avere un gatto con un carattere simile, ma non ci si può certo aspettare che compia le stesse azioni del precedente... però il destino di Cassandra è quello di non essere ascoltata e così il genitore ha continuato imperterrito la sua ricerca, ha mandato mail sparse per il mondo ai figli per ottenere consensi e alla fine l'ha trovato... o forse è meglio dire li ha trovati, perché quando uno è folle, lo è fino in fondo e se un gatto "straordinario" è insostituibile, magari due lo compensano. Ed eccoci così alla fine del primo capitolo di questa storia felina, ieri è arrivato il primo, Matisse, di 3 mesi appena, sveglio, affettuoso, per nulla timoroso; il mio lavoro di dispensatrice di coccole si è duplicato, da una parte lui, così bisognoso di attenzioni, di giochi per crescere e di scoprire questa casa e dall'altra la vecchia scorbutica, perché non soffra di gelosie e mancanze.
Sì, eravamo partiti da due gatti, due uccellini, due pesci e un cane, dovevamo andare ad esaurimento animali, ma ci sono episodi nella vita che ti scombussolano a tal punto da farti cambiare idea e ricominciare, dall'inizio... benvenuto Matisse, ora fai parte di questa famiglia pazza.