Da piccola ero un maschiaccio; alle elementari, mentre le mie compagne di classe uscivano compite da scuola e trovavano le loro mamme pronte a prenderle, io mi fermavo per strada a giocare a rincorrermi coi masculi, attività ludica strettamente proibita alle donzelle; alle medie ero un maschiaccio; al ginnasio ero un maschiaccio; al liceo ero un po' meno maschiaccio...sì, ma quand' è che hai smesso di essere maschiaccio e da bruco ti sei metamorfosata in farfalla?!? Semplice, all'università! Ho scoperto grazia e femminilità, ho imparato a truccarmi, a mettermi "in tiro", ho imparato a nascondere i miei difetti e ad esaltare i miei pregi, ho imparato ad essere più donna, ma c'è qualcosa che ancora non mi appartiene, ma che è strettamente legato all'essenza di esser donna: il rito del parrucchiere. Ora, chiunque abbia una fidanzata, moglie, compagna, sorella, saprà che con una cadenza regolare di circa una volta alla settimana l'esemplare di Femina Sapiens si reca dal suo coiffeur di fiducia e si lancia nella danza dello shampoo-taglio-colore-meches-colpi di sole-permanente-messa in piega conditi con un pizzico di futili ciarle su varie lette in giro, mentre si è coccolati da chi si prende cura dei capelli e chi delle mani disastrate con unghie spezzate e cuticole smangiucchiate coi denti. Al termine del rituale, la Femina Sapiens esce inorgoglita della sua nuova pettinatura da mostrare, rigenerata nella forma e nello spirito, pronta ad addentare alla giugulare l' Homo Sapiens nel caso in cui questi non noti immediatamente il cambiamento (N.B. anche se si tratta di un ciuffo di capelli colorato di un tono leggermente più chiaro rispetto al solito).
Io invece ho un pessimo rapporto col parrucchiere in generale, da piccola ci andavo perché costretta da mia madre e puntualmente ne uscivo in lacrime, disperata perché volevo i capelli lunghi e nonostante gli dicessi di spuntarmeli di mezzo dito, lui si accaniva sulle mie chiome e a colpi di sforbiciate tagliava e tagliava e addio capelli lunghi. Per non parlare del fatto che non ero mai e dico mai contenta della pettinatura (mi consolavo solo col fatto che sarebbero ricresciuti), però, nonostante questo rapporto di odio-amore, mi ci sono affezionata e non l'ho mai tradito (quasi mai), forse solo per una questione di comodità, non si abbandona un parrucchiere che lavora al primo piano del tuo stesso palazzo, vuoi mettere la praticità di scendere le scale praticamente in tuta e ciabatte portandoti solo le chiavi di casa e manco il portafogli? "Passa mamma a saldare, ciao e grazie!"... facile, no?!? Ma la cadenza regolare proprio non riesco a concepirla nè a sopportarla, il mio parrucchiere mi può avere solo un paio di volte l'anno (lo so, non sarò mai una buona cliente), di più non reggo; ci ho provato, soprattutto nel periodo in cui i matrimoni sono cominciati a spuntare come funghetti, ma stare 2 ore sotto i colpi di spazzola e phon ledono e minano i miei nervi. Non ci posso fare niente, mi annoio, divento isterica, ho voglia di andare a fare dell'altro; una volta mi ero persino prestata alla tortura dei boccoli, ma è stata talmente asfissiante che c'è stato seriamente il rischio che fermassi la ragazza a metà del lavoro per andarmene coi capelli ricci da un lato e lisci dall'altro... avrei fatto tendenza!
Ma per essere Donna con la D maiuscola, è strettamente necessario che io mi sottoponga come tutte le mie simili all'arte dell'acconciatura?!? Vi prego, ditemi di no...
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