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Pecco di gola, non spesso, ma mi piace la buona cucina e sono sempre stata una buona forchetta a dispetto di quello che un tempo era un fisico esile e longilineo. Dopo 3 anni passati dalle suore, che sono significati principalmente sedersi a tavola prettamente per nutrirsi, senza sapere più cosa fosse un piatto di pasta al dente ( eviterò accuratamente di raccontare cosa accadeva nelle cucine accanto al refettorio ) o che sapore avesse la carne rossa ( il morbo della mucca pazza fu un ottima scusa per le spose del Signore per risparmiare, così le alternative si ridussero esclusivamente al pollo o al tacchino in tutte le salse ), ho iniziato ad apprezzare ancora di più lo stare a tavola per piacere e per gustarmi il cibo... però ogni tanto adoro concedermi al "viscidume" e con una certa frequenza e regolarità la meta della mia perdizione si consuma al fastfood più amato al mondo, il McDonald. Mi ricorda molto le mie estati anglosassoni da adolescente quando, per fame, mi rifugiavo in tutti quelli che incrociavo per strada, forse perché l'ordinazione non richiedeva molto impegno linguistico o forse perché ero attirata dal fascino del proibito, lontana da tutti i cibi salutari imbanditi a casa mia, in cui era vietato qualsiasi tipo di merendina di provenienza industriale o altre cose troppo trattate dal punto di vista chimico. Mai al Burger King, a quei tempi non c'era paragone, niente era più godurioso del doppio hamburger BigMac o dei bocconcini di pollo MacNuggets, per non parlare di tutte le volte che mi riducevo a prendere l'HappyMeal per viziarmi con le inutilissime sorprese! Conservo ancora questa insana abitudine, magari prima di andare al cinema, oppure se devo aspettare un treno, come oggi, e il mio stomaco langue: take away e via... la mia unica preoccupazione non è certo il valore dei trigliceridi nel mio sangue, né tantomeno la composizione della carne tritata, finché mi soddisfa "Supersize me" mi fa un baffo, quanto piuttosto il fatto che, mentre per il cibo in generale sono una pacata che mastica 30 volte un boccone prima di inghiottirlo e che mangia con estrema lentezza ( i miei commensali, ad uno ad uno, si alzano da tavola e se ne vanno, mentre io magari sono ancora al secondo piatto e loro già all'ammazzacaffè ), quando sono davanti al panino del Mac e mi accingo ad addentarlo, vengo colta da ingordigia nevrotica che mi spinge ad avventarmi su tutto e, in rapida sequenza, a dare un morso al panino, afferrare due patatine e intingerle nel ketchup, tirare un sorso di Coca e così via in loop, finché non ho finito tutto! La stessa reazione la osservo in tutti coloro che mi accompagnano, siamo come bambini che hanno patito per mesi la fame e si trovano davanti ad un piatto qualsiasi, stesso sguardo, stessa voglia di arraffare, come se da un momento all'altro ci fosse il rischio che ce lo togliessero davanti. Io non ho ancora capito se questo comportamento è dettato dalla produzione eccessiva di acquolina durante l'attesa della fila, o anche solo durante la fase programmativa e organizzativa, pregustandosi la salsa misteriosa a base di maionese e chissà cos' altro che fuoriesce e straborda da qualsiasi lato, oppure è la paura che tutto si raffreddi troppo velocemente e diventi presto qualcosa di immangiabile e non più così libidinoso.
Lascio ai posteri la risoluzione di questo mistero, io sono sazia e a dir la verità ho anche un po' di acidità di stomaco, ma è stato troppo bello!